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  • Mutiamo tutti da un giorno all'altro, per lente e inconsapevoli evoluzioni.

    Cosa vogliamo essere?



    Leggendo un post in uno dei mie blog preferifi e cioè Wunderkammer ( http://virtualwunderkammer.wordpress.com/) della mia amica Ilenia, mi resta impresso l'ormai famosissimo Rumundu e il suo progetto.  
    Non tanto per il giro del mondo in bicicletta, sarebbe sciocco fermarsi solo a quello, nemmeno per la ricerca di progetti o storie ecosostenibili da raccontare, ma per ciò che Rumundu rappresenta come scelta di vita. 

    Leggo la sua storia e mi immagino, viaggiando con la mia di fantasia, lo Stefano di “prima”. Non conosco la sua storia personale o lavorativa, perciò dico Stefano, ma potrebbe essere Mario, Giorgio, Giovanni, Monica o chiunque altro, uomini e donne in carriera fagocitati dalla vita lavorativa che tende a cucirti addosso un modello di vita che ti fa dimenticare la vita stessa. 


    Il lavoro ti risucchia piano piano, specie se hai passione per quello che fai, passano i giorni, i mesi, gli anni e molto presto ti ritrovi ad entrare in un' ufficio la mattina e uscire con la tua pesantissima 24 ore alla sera. Lentamente torni a casa, ma in testa hai ancora il rumore della giornata appena trascorsa, guidi fino a casa e a volte non ti ricordi nemmeno la strada che hai fatto. Tutto è scontato, il colore del mare, nel suo periodo più bello, sono li, a fare da cornice ad una vita surreale. Ti fanno credere che questa “non vita” è l'unica strada possibile, o dentro o fuori.
    Gli extra terrestri non sono amati, se mostri interessi extra lavorativi puoi sembrare un lavativo.
    Ciò che conta solo le scadenza e la produttività dell'azienda che ricorderai meglio del compleanno del tuo unico figlio, che la sera ti aspetta, ma che tu sei troppo stanco per prendere in braccio e giocare.
    Gli amici non ti riconoscono più, o forse sei tu che senti di non appartenere più a quel mondo che fino a qualche tempo fa era il tuo. Ricordi con dolcezza le tue estati da bambino. In un piccolo paese, corri dietro al pallone cadi, ti sbucci le ginocchia, forse piangi un po', ma poi ti rialzi. Non immaginavi la tua vita lontano da li. Eppure..

    Mi piace Rumundu, perché ci vedo un'idea di ribellione ma allo stesso tempo ricostruzione con maggior consapevolezza.
    Pur non facendo fatica ad immaginare l'amore per il proprio lavoro, decide di dare un segno forte. Alla ricerca del buon senso perduto dalla nostra società, ma sopratutto concentrato all'ascolto. Sentiamo, ma non ascoltiamo.

    Auguro a Stefano, di far ritorno in Sardegna tra 365 giorni, con una valigia piena di racconti. Noi saremo qui, sintonizzati all'ascolto.

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