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  • Mutiamo tutti da un giorno all'altro, per lente e inconsapevoli evoluzioni.

    Autunno a Bosa


    E' da questa primavera che immaginavo di passare una domenica a Bosa. Non la vedevo da quando ero bambina. Nei miei ricordi ci sono tanti colori, accostati a volte anche in modo impavido uno all'altro che nel suo complesso non disturbano anzi, catturano.
    Come in un vortice, mi ritrovo ad inseguire i colori, la casa blu, poi quella gialla, poi quella verde, fino a ritrovarmi in cima al borgo e godermi uno spettacolo quasi surreale.
    Sarà il sole, sarà il venticello d'autunno che inizia a farsi sentire, sarà che sono in compagnia della mia Amica e delle nostre Canon, ma qui ho respirato serenità.

    Bosa è bella così com'è. Se stessa.

    Il borgo è la base da cui partire, la sua valorizzazione può essere la chiave. Immaginatelo con le botteghe di artigiani, localini che fanno assaporare prodotti locali, dormire in case vissute, con un pavimento magari un po' storto ma lontano dalle stanze copia e incolla. 
    Non ha tutto un'altro sapore?

    Fare di questo luogo l'ennesima meta di turismo inaccessibile e non sostenibile, volto a seppellire la propria storia non deve essere l'unica via. Volete essere viaggiatori o turisti vuoti alla ricerca dell'esagerazione di turno?

    Mi unisco quindi allo striscione apparso tempo fa sul ponte nel Temo:

    No cemento. No campi da golf.










































    © 2013 Margherita Denti Tutti i diritti riservati


    se vi venisse voglia di una gita:


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